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È accaduto che venisse scritto ciò…



È
 accaduto che venisse scritto ciò…

Ascoltate con dolcezza, giudicate con bontà…”
La conoscenza è necessaria per disfarsi dell’ignoranza…
ma la realtà che siamo a nostra insaputa è molto aldilà di entrambe”

Speranze, desideri, brame, aspettative… questo è ciò che traspare dai vostri sguardi, dai movimenti meccanici di uno scomodo corpo seduto su di una scomoda sedia. Sedete davanti a me, pronti ad acchetare il vostro brusio al mio primo battere di mani. Impossibilitati a rendere quieta la vostra mente che continua a girovagare per la stanza ed altrove, quantunque io abbia già iniziato a parlarvi.
Cosa vi porta qui tutte le sere? Dov’è racchiusa in voi la sorgente dell’anelito che vi spinge a sospendere per un pugno di minuti i vostri rituali domestici ed a ritirarvi qui, in reverente ascolto, ammantati di un soffice aroma di incenso?
Io vi conosco, da sempre, uno per uno. Io vi conosco. Conosco coloro che sono giunti qui la prima volta anni or sono; conosco coloro che timidamente mi ascoltano in silenzio per la prima volta. Così come conosco chi si è seduto una sola volta in questa stanza, per non farvi mai più ritorno. Io vi conosco, potendo affermare con certezza che nessuno di voi è diverso dal compagno che gli siede accanto, nessuno di voi è diverso da chi vi sta parlando.
Mi ascoltate, annuendo con lo sguardo ed un leggero reclinare della testa. E mentre vi parlo vi state domandando perché siete qui anche stasera: è interessante – vi dite – mi piace sentir parlare di queste cose…Vorreste sapere di più, lo so. Tutto e subito, perché così vuole la mente. Mente avida di conoscenza; mente che in questo istante è arsa dalla sete di dare una risposta alle recondite domande seppellite nell’inconscio più profondo, ma che tra un’ora avrà già dimenticate, per rivolgersi altrove. Domande che non potranno mai emergere dagli abissi fin su alla superficie dell’intelletto, perché quella forza mentale che ora le osserva adagiate sul fondale dell’esistenza è essa stessa la zavorra che le relega in quelle profondità, tanto lontane dal pensiero quotidiano quanto incredibilmente vicine a Dio.

A chi posso parlare? Chi c’è, realmente, seduto qui ad ascoltarmi?

Io vi conosco. Conosco la sorgente dell’energia che forgia il vostro ego. Conosco la sua menzogna, la sua scaltrezza, il suo divagare.  Con quale arma potrei mai scalfire le incrostazioni che soffocano la vostra lucente maestosità divina? Potrei dirvi la verità, ma sareste pronti ad ascoltarla, a comprenderla, ad inchinarvi a Lei? Se fossi in grado di parlare direttamente alla vostra Coscienza, sono certo che Ella mi ascolterebbe e senza indugio comprenderebbe all’istante ciò che è vero. Ma il vostro scudo ha mille strati di impenetrabile acciaio e mille guitti pronti a canzonare le mie parole, travisandone il senso. Le mie armi, per quanto siano state rese splendidamente affilate dal Divino, non possono scalfire la vostra corazza perché così vuole la legge: per assaporare il risveglio occorre prima aver dormito profondamente e a sufficienza. Qualunque melodia suoni la sveglia, comporterà comunque l’interruzione brusca e artificiale di un sonno che era naturalmente destinato a continuare! Compito mio sarà dunque il prepararvi ad un lento e graduale risveglio. Come il restauratore accorto usa con attenzione il bisturi che rimuove le muffe dall’affresco, così dovrò riuscire a far lentamente breccia nella gabbia mentale che tiene prigioniera la Fonte interna della Verità.
Non oso dirvi quanto sia incredibilmente semplice liberarsi dal giogo che vi opprime. Quanto possa essere immediato svestirsi dei vostri logori panni di mendicante per indossare il vostro vero Essere e riportare meritato sfarzo alle vostre nobili esistenze. Quanti di voi potrebbero capire, se vi dicessi che non siete nulla di ciò che immaginate di essere? Che la mente non è il vero “Voi Stessi” ma solo il raffinato strumento grazie al quale la Coscienza può percepire l’universo fenomenico? Vi ho insegnato ad immaginare la Coscienza come una sfera di cristallo nascosta in qualche anfratto di voi stessi… Come potrei mai dirvi che la Coscienza è tutto ciò che realmente “È”, mentre la mente, il corpo, l’universo stesso, non sono altro che il sogno dell’Assoluto?
Lo so, neppure questa è vera Verità, ma già mi è difficile destare in voi l’osservazione del guizzare bizzarro della mente… figuriamoci poi se vi dicessi che non vi è vita come non vi è morte, che pure la Coscienza è solo Una, che ciò che appare, invero, non esiste!
Vi siete identificati con il corpo. La mente soggettiva vi rafforza nella convinzione di essere individui scissi da tutto ciò che vi è d’intorno... Non siete niente di tutto ciò! In realtà, non siete niente, ma siete Tutto! Dovrete comprenderlo da soli. La conoscenza e l’ignoranza sono solo due opposti interdipendenti: sovrapponeteli e si annichileranno a vicenda, lasciando trasparire dal velo di Maya ciò che realmente siete, ciò che siete sempre stati, ciò che non sarete mai, perché Tutto è Nulla e Nulla è Tutto! Come sopra così sotto, come dentro così fuori….

Dunque, ignorerò la vostra mente e parlerò solo alla vostra Coscienza: la Coscienza Una che parla alla Coscienza Una, anche se dovessi rimanere qui, da solo, a parlare davanti a sedie vuote. In Realtà, queste sedie che sembrano essere da voi occupate, sono già vuote, lo sono da sempre e lo saranno per sempre!

                                                                                                                                                         Jader