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"IO SONO" - CONTE DI SAINT GERMAIN

"IO SONO" - CONTE DI SAINT GERMAIN
estratti

Sii Calmo! E sappi: Io - Sono - Dio 

In tutta la tua ricerca, in tutti i tuoi sforzi, abbi fede in Me, nel tuo vero Sé interno, e non essere impaziente di ottenere dei risultati; poiché essi sono in mia custodia e io ne avrò cura. I dubbi e l'impazienza sono soltanto della tua personalità e, se tu permetti loro di persistere, essi ti condurranno all'insuccesso e al disinganno.

Che cosa esiste, dunque, tranne questo grande Io? Ma tu domandi: «Non è dunque consentita a me nessuna individualità?». «No, non c'è nulla, assolutamente nulla che non sia una parte di me, dominata e retta eternamente da me, l'Una Realtà indefinita.» Quanto alla tua cosiddetta individualità, essa non è altro che la tua personalità che cerca ancora di conservare un'esistenza separata. Ma ben presto tu conoscerai che non esiste individualità separata dalla mia individualità e che ogni personalità svanisce nella mia divina impersonalità. Tu raggiungerai presto quello stato di risveglio in cui potrai avere un barlume della mia impersonalità e allora non desidererai più per te alcuna individualità, alcuna separazione; poiché avrai compreso che essa è solo e ancora una illusione della personalità

Occorre soltanto che egli realizzi coscientemente che io, il Sé imperante dentro di lui, di continuo dirigo, domino e uso la coscienza di tutti gli organismi, in ogni momento, in ogni giorno della loro vita. E io faccio questo per mezzo del suo pensiero; io lo faccio per mezzo dell'organismo dell'uomo. Egli crede di pensare; ma sono io, il suo Sé reale, che penso per mezzo del suo organismo. E per mezzo dell'atto di pensare, io compio tutto ciò che compie l'uomo e faccio dell'uomo e del suo mondo ciò che sono.


Non importa che l'uomo e il suo mondo non siano ciò che egli suppone. Essi sono precisamente come io li ho creati per il mio scopo.


Ma tu dirai: se è sempre questo solo «Io» che pensa, l'uomo non pensa e non può pensare. Sì, questo sembra un mistero, ma ti sarà svelato, se tu osserverai attentamente quanto segue: poiché io insegno ora a te, uomo, come pensare. 


Pensare è creare

Tutte le cose influiscono su di te solo in quanto tu le pensi e dai loro il potere di turbarti o tediarti. Se tu cessi di pensare che esse abbiano questo potere, ti volgi dentro a me e mi permetti di dirigere il tuo pensiero, esse spariranno immediatamente dalla tua coscienza e si dissolveranno nel nulla, da cui tu, pensandole, le hai tratte. Quando tu sarai disposto a fare questo, solo allora sarai pronto a riconoscere la verità e, per mezzo di un pensare cosciente diretto da me, a creare al loro posto le cose vere e permanenti che io, dentro, desidero che tu crei. 


Sappi innanzitutto che io, il Creatore, sono il Pensatore originario, l'Uno e l'Unico pensatore. Come è stato detto prima, l'uomo non pensa. Sono io che penso per mezzo del suo organismo. L’uomo crede di pensare, ma prima d'essersi svegliato alla realizzazione di me dentro, egli non fa che prendere i pensieri che attraggo a lui o ispiro alla sua mente. Ingannandosi intorno al loro reale significato e al loro scopo, egli costruisce su di essi un edificio personale e, con i desideri egoistici così suscitati, crea da se stesso tutti i suoi affanni, tutti i suoi guai.

Ma tutti questi apparenti errori, questi concetti falsi, questi intralci, sono in realtà soltanto ostacoli che io metto sulla sua strada perché li superi e perché, appunto nello sforzo di superarli, egli sviluppi alfine un corpo e una mente forti e capaci di esprimere perfettamente e coscientemente questa mia idea, che agisce eternamente nella sua anima.


L’uomo è dunque soltanto l'organismo che io preparo per potere, attraverso dì esso, manifestare la perfezione della mia idea. Egli fornisce la personalità, con il suo corpo, la sua mente e il suo intelletto, per mezzo dei quali io posso esprimere questa idea, e il cervello fisico con cui io posso pensarla in manifestazione esterna


Quindi Parola, nella precedente citazione, significa Idea; un'idea latente, non manifestata, che aspetta di essere espressa o pensata in una forma o in un'altra.

La Parola che era in principio e che era con me, era quindi non solo un'idea, ma la mia idea di me stesso in espressione in un nuovo stato e condizione che tu chiami vita terrena.
Questa idea era Io, perché era parte di me, essendo ancora latente e immanifesta dentro di me, poiché era la sostanza, essenza del mio Essere, che è esso stesso un'idea, l'Idea Una, originaria.
Tutte le cose furono fatte da me per mezzo dell'azione vitalizzante di questa mia Idea, pensata in espressione; nulla nella vita terrena fu o potrà mai essere espresso senza avere la mia Idea come causa prima e fondamentale, come principio del suo essere. Questa mia idea è ora in processo di sviluppo, ossia d'essere pensata in espressione esterna; alcuni chiamano evoluzione questo processo. 


Essere è espressione. Non si può immaginare esistenza senza espressione. Quindi io, tutto ciò che è, sto continuamente esprimendomi. Esprimendo che cosa? Ma se io sono tutto ciò che è, che cos'altro potrei esprimere se non me stesso?


Qualunque idea, una volta nata nel regno della mia mente, diviene immediatamente, come ti ho mostrato, una realtà, poiché nell'eternità del mio Essere il tempo non esiste. In te, però, l'idea crea prima il desiderio, il desiderio di esprimere quell'Idea; poi il desiderio obbliga a pensare; il pensiero promuove l'azione e l'azione produce risultati, cioè l'Idea in effettiva manifestazione esterna.

Ma io non ho desideri, perché io sono tutte le cose, e tutte le cose vengono da me. Io non ho che da pensare per produrre risultati. Pure quel desiderio che tu senti viene da me, perché è nato dalla mia Idea, che io seminai nella tua mente solo perché potesse manifestarsi per mezzo tuo. Invero qualunque cosa tu desideri è solo la mia idea che preme in te per esternarsi.


Ciò che in me ti potrebbe sembrare un desiderio di esprimersi, è solo la necessità della mia Idea di me stesso di Essere, cioè d'esprimere se stessa. Perciò, ogni vero desiderio tu senta, esso deve necessariamente, una volta o l'altra e in qualche modo, essere adempiuto.


Ciò che nelle personalità umane è chiamato desiderio, non è che l'azione necessaria della mia volontà, che spinge la mia Idea a esprimersi in manifestazione esterna, cioè in esistenza 


Nell'Eterno non vi è tempo, né spazio, né individualità ed è solo per il fenomeno del pensiero, nato dalla matrice della mente nel mondo della materia, che sorgono le illusioni del tempo, dello spazio e dell'individualità e che il pensiero, cioè la Creatura, consegue la coscienza della separazione dal suo pensatore o creatore 


Io non ti descriverò dettagliatamente come e perché divenne necessario che io cacciassi fuori dal Giardino dell'Eden te, ora uomo, o Umanità; ti ricorderò solo la parte che il desiderio ha nell'espressione terrena e la sua relazione con la mia volontà.

Una volta che tu avrai risolto e compreso, almeno in parte, la ragione di questo, allora, forse, tu capirai la necessità della caduta della tua coscienza (cioè di quella dell'Umanità) in un sonno profondo (essendo tu prossimo alla fine di un altro ciclo, detto giorno cosmico) e di trovarti, al tuo risveglio, non più esternamente uno ma due; una parte attiva, pensante, aggressiva, chiamata poi uomo, e una passiva, sensitiva, ricettiva, una matrice umana, ossia una donna. E capirai pure la necessità che qualche influenza terrena venisse ad attirare la tua coscienza dalle delizie puramente celestiali a questa nuova condizione, perché tu potessi concentrarti sulla tua missione terrena, ossia sulla tua espressione mortale. Comprenderai la Sapienza che generò questa influenza prima nella tua parte passiva, sensitiva e ricettiva, per mezzo del serpente della suggestione (forma che io feci assumere alla mia Idea nella tua mente) e come nacque così il desiderio, l'agente mortale della mia volontà, che doveva fornire l'energia motrice per l'ulteriore e completa espressione dei miei attributi sulla Terra. E finalmente la necessità che il desiderio gettasse su di te (sull'Umanità) il suo incanto; che la tua natura celeste e impersonale fosse tenuta da parte, come in sospeso, finché, per mezzo del libero ma ignorante uso del mio volere, tu potessi gustare e mangiare interamente il frutto del cosiddetto Albero della Scienza del Bene e del Male, e imparare, così, a discernere e conoscere bene quei frutti, per ciò che sono realmente, e ad acquistare la forza necessaria ad usare la scienza, in tal modo acquisita, saggiamente e perfettamente e solo per l'espressione della mia idea. Tu puoi, forse ora, similmente comprendere come gli occhi tuoi (dell'Umanità) si aprirono alle cose della terra non appena assaggiato questo frutto e alla conseguente conoscenza del Bene e del Male; come in seguito a ciò sparisse la conoscenza della Realtà che è dietro di essi e come e perché tu ti accorgesti di essere nudo della tua parte pensante e di quella sensitiva e anche perché tu avesti paura.


Ora forse tu puoi capire perché tutto ciò dovesse accadere: perché tu, Umanità, dovessi lasciare lo stato edenico della coscienza impersonale e perderti completamente in queste condizioni terrene per divenire capace di creare un corpo e sviluppare in esso una coscienza personale, un sé atto a esprimere pienamente la mia perfezione. Così nacque la tua personalità umana e dalla sua nascita in poi io ti ho spinto a nutrirla, mantenerla e rinforzarla, riempiendoti di brame, di speranze, di aspirazioni, di tutte le varie manifestazioni del desiderio; le quali sono soltanto gli aspetti umani della mia volontà, operante a preparare e sviluppare uno strumento capace di esprimere perfettamente i miei attributi sulla Terra 


Man mano che la mia Idea si sviluppava, dopo la tua espulsione dall'Eden, tu – uno dei miei attributi divini, dimorante dentro la mia Idea di tale attributo in espressione, Idea dimorante a sua volta nell'immagine-pensiero di me stesso e manifestantesi finalmente all'esterno nella forma terrena di parole, allorché ricevesti l'impulso della mia Volontà sotto forma di Desiderio a esprimere il mio Intento - tu, dico, cominciasti a «crescere e moltiplicare» rapidamente. 


Orbene, l'intelletto è una creatura del desiderio e completamente dominata da esso e non è, come altri suppongono, una facoltà dell'anima. In altre parole, quella nebbia era la torbida lente del tuo intelletto umano che, poiché dominato dal desiderio, rifletteva e faceva interpretare falsamente alla tua coscienza ogni immagine, idea o impulso che io ispirassi dall'interno o attirassi dall'esterno, durante il processo del risveglio che operavo nella tua coscienza, al riconoscimento della mia Idea interna sempre incalzante per esprimersi esteriormente. Tutto ciò io facevo appositamente, per mezzo del desiderio, per condurti coscientemente nel cuore delle condizioni terrene.

Mentre questa falsa visione, ispirata dal desiderio, cagionava molti errori, molto travaglio e molta sofferenza, tu, a poco a poco, perdevi la fiducia nel tuo vero Sé, in me, l'Uno Impersonale interno. Mi dimenticavi insomma, e così non sapevi più dove rivolgerti nella tua impotenza; eppure, se tu non avessi perduto la memoria del tuo stato divino e concentrata tutta la tua coscienza in queste condizioni terrene, io non avrei potuto sviluppare la tua mente, la tua volontà umana, tutte le tue facoltà e fornire al tuo corpo umano la forza e i poteri che mi avrebbero permesso di esprimere perfettamente sulla Terra la mia Idea divina. E ciò doveva essere


E tu, ricordalo, sei il grande Io Impersonale che fa tutto ciò, che muta continuamente l'apparenza esterna ma che dentro è eternamente lo stesso. Si! Io faccio questo attraverso di te perché tu sei parte di me, perché solo attraverso te, mio attributo, io posso esprimere me stesso, io posso Essere. Io sono perché tu sei. Tu sei perché io esprimo me stesso. Io sono in te come la quercia è nella ghianda. Tu sei me come il raggio solare è il sole. Sei una fase della mia espressione. Tu, uno dei miei divini attributi, cerchi eternamente di esprimere la mia perfezione per mezzo della tua personalità mortale. poiché tutte le menti non sono che aspetti della mia mente infinita, ossia le parti di essa manifestantisi in forme differenti di natura mortale. 


E soltanto questione di coscienza, di pensiero cosciente. Tu sei separato da me solo perché pensi di esserlo. La tua mente non è che un punto focale della mia Mente. Solo che tu lo comprenda, ciò che chiami la tua coscienza è la mia coscienza. Tu non puoi neppure pensare, e ancor meno respirare ed esistere, senza che la mia coscienza sia in te. Non lo comprendi? 


Che cosa hai a che fare tu, il Perfetto, l'Eterno, con incarnazioni passate o future? Può il Perfetto aumentare la sua perfezione? O l'Eterno uscire o tornare all'eternità? Io sono, e tu sei uno con me, e sempre fummo e sempre saremo. Il tuo Io sono dimora e si reincarna in tutti i corpi con l'unico intento di esprimere la mia Idea. L’Umanità è il mio corpo. In esso io vivo, muovo e ho il mio essere, esprimendo la mirabile luce della mia Idea per mezzo dei miei attributi, il cui celeste splendore è oscurato e distorto alla visione umana dalle miriadi di imperfette e offuscate facce dell'intelletto umano. Io e tu, che sei uno con me, ci reincarniamo nell'Umanità come la quercia si reincarna nelle sue foglie e nelle sue ghiande, una stagione dopo l'altra, e ancora nelle migliaia di querce che nascono dalle migliaia di ghiande e dalle querce che da esse verranno, una generazione dopo l'altra.


Intanto tu sei strettamente incatenato. La tua personalità, con i suoi desideri egoistici e con le sue egoistiche ricerche, è ancora legata mani e piedi al passato e cerca nel futuro la sua liberazione, dopo l'esaurimento di tutte le conseguenze delle sue azioni. Essa, domina la tua mente e il tuo intelletto, con la falsa credenza della nascita e della morte e che tale sia la tua sola via per l'emancipazione finale e per l'unione con me, impedendoti di riconoscere la nostra eterna e sempre presente unità e di comprendere che tu puoi liberarti in qualunque momento tu voglia. Poiché, soltanto la personalità nasce e muore, cerca e si sforza di prolungare il suo soggiorno nel corpo e nella vita terrena e poi di tornare ad altri corpi dopo che io non ho più bisogno di quello che ha. 


Sappi, però, che tutto ciò è vano e non porta i risultati che cerchi. Poiché la ricerca di un conseguimento spirituale è della personalità; è quindi egoistica e conduce solo alla delusione. 

Tu sei una personalità umana, ma sei anche divino e quindi perfetto. Tu credi la prima di queste verità, ma non la seconda. Eppure entrambe sono vere. Questo è il mistero. Tu sei precisamente ciò che pensi di essere. L’uno o l'altro? Quale sei tu? O entrambi? Tu sei uno con me; Io sono te, nella tua personalità umana, nel tuo corpo, nella tua mente, in ogni facoltà del tuo intelletto. Io sono l'anima, il principio attivo di ciascuno. E tu sei in Me. Tu sei una cellula del mio corpo, un attributo della mia mente, una facoltà del mio intelletto. Sei una parte di me, pure sei Io, il mio Sé.


La tua personalità umana è per te ciò che tu sei per la mia divina Impersonalità. Sei uno dei miei attributi mentali, uno dei miei divini poteri, una delle irradiazioni del mio volere, che io emano impersonalmente per compiere il mio intento. Sei un essere divino, il mio angelo di luce, una parte vivente di me che io ho emanato perché si manifestasse sulla Terra per esprimere impersonalmente la mia Idea. Può un angelo, un essere completamente impersonale, un attributo del mio volere, interessarsi di affari umani? No. Egli adopera soltanto la tua natura umana e i tuoi affari umani come canali per mezzo dei quali il mio volere può esprimere la mia Idea. 


Ma questo dimorare continuamente in me sarà difficile dapprima; poiché il mondo,la carne e il demonio sono ancora molto potenti nella tua coscienza. Ma a poco a poco tu ti avvezzerai ad adoperare i miei occhi impersonali e ben presto saprai scorgere nella realtà delle cose e anche nella realtà di questi apparenti Signori della Terra; allora troverai che dimori in un meraviglioso nuovo mondo popolato di Esseri angelici che usano i corpi di carne delle personalità umane soltanto come veicoli, o strumenti, o vesti per venire a contatto delle condizioni e delle esperienze terrene che essi hanno creato, allo scopo di sviluppare le qualità dell'animo necessarie alla perfetta espressione della mia Idea sulla Terra. Ai tuoi occhi non vi saranno più ombre, né mali, e quindi nessun demonio; poiché tutto è Luce, Amore, Libertà, Felicità e pace, e tu vedrai Me in tutto, e in ogni essere qualche attributo di Me. Non avrai che da lasciare il mio amore irradiare nel tuo cuore ed esso illuminerà per te il reale significato di quanto vedi. Allora avverrà il grande fatto: tu comprenderai d'aver trovato il Regno di Dio e di camminare in esso; che esso è proprio qui su questa Terra, che si manifesta dappertutto intorno a te e che tu hai vissuto finora in esso senza saperlo; che invece di essere al di fuori, in qualche luogo remoto, esso è dentro di te, dentro ogni altro essere, nell'intimo più recondito di tutte le cose manifestate. In altre parole, troverai che esso è la realtà di tutte le cose e che tutte le apparenze esteriori sono soltanto le ombre di questa Realtà, create dal concetto erroneo dell'uomo e dalla sua credenza d'essere separato da me. Trovato il Regno, tu troverai il tuo posto in esso. Comprenderai che sei, in verità, uno dei miei attributi divini, che il tuo lavoro era tutto stabilito per te fin dal principio, e che tutto quanto è accaduto prima è stato solo una preparazione, un adattamento della tua personalità a quel lavoro. E tutta la tua anima balzerà, pregustando la gioia di tornare, dopo tale lungo pellegrinaggio, alla mia casa, di entrare alfine nella mia Vita reale. Uno in coscienza con me e con altri tuoi Sé, tutti impegnati a elaborare l'ultima perfetta espressione della mia Idea sulla Terra. 


Se tu decidi di tentare di dimorare sempre in questa coscienza di Me e d'obbedire sempre a Me, non scoraggiarti se fallirai ignominiosamente alla prima occasione di provare la sincerità e la forza della tua risoluzione 


L’errore che tu commetti è di cercare di crescere «tu»


rivolgimi una domanda: poi, con tacita preghiera a me, perché Io ti rispondo, senza ansia, preoccupazione o interesse personale e con la mente perfettamente vuota, aspetta l'impressione che verrà. 


ascolta ancora una volta le mie parole che ti ho detto già molto tempo fa nel sermone della montagna:
«Perciò io vi dico: Non prendetevi pensiero dei domani, di ciò che mangerete, né di come coprirete il vostro corpo. Non è la vita più del cibo e il corpo più delle vestimenta? Guardate gli uccelli dell'aria; essi non seminano, né mietono, né raccolgono, pure il vostro Padre celeste li nutre. Non siete voi da più di essi? Chi di voi, preoccupandosi, può aggiungere un cubito alla propria statura? E perché vi date pensiero delle vostre vestimenta? Guardate i gigli del campo, come essi crescono; essi non s'affannano, né tessono; eppure Io vi dico che neppure Salomone, nel suo splendore, era abbigliato come uno di essi: perciò, se Dio veste cosi l'erba del campo che oggi è e domani è gettata nel forno, non vestirà egli molto di più voi, o voi uomini di poca fede? Non vi date dunque pensiero dicendo: che cosa mangeremo o di che cosa vestiremo? Poiché il vostro Padre celeste sa che voi avete bisogno di queste cose. Ma cercate prima il Regno di Dio e la Sua Giustizia; e tutte queste cose vi saranno aggiunte. Non vi date dunque pensiero del domani, poiché il domani penserà a se stesso. A ogni giorno basta la sua pena».


E se diviene a me necessario di togliervi le cose del mondo, perché voi possiate imparare la verità - che io sono la sola cosa importante nella vita, che io debbo essere il primo se voi veramente mi amate, io lo faccio, come il medico che, per portare il paziente alla salute, rimuove prima la causa della malattia, perché possiate conseguire la felicità e la prosperità reali e durature. 


Ma ora, se sei pronto e degno, tu puoi lavorare coscientemente con me e aspettare con gioia e anche con calma ogni nuova esperienza, sapendo che in essa sono contenute meravigliose espressioni del mio intento, che io voglio rendere del tutto chiaro a te, e che ti porterà in unione sempre più intima e amorevole con me. Così, tutte le esperienze saranno d'ora innanzi benedizioni, invece che prove o cimenti o effetti karmici di atti precedenti 


Nelle tue attività, di qualunque genere siano, tu non ti preoccuperai più del compito che ti si presenta e farai ogni cosa ti capiti, sapendo che è ciò che io ti richiedo. Persino nei tuoi affari tu troverai che Io sono presente. Sono Io, infatti, che ti procuro quegli affari, qualunque essi siano... perché mediante il successo o l'insuccesso, per mezzo della mancanza in te d'ambizione o di speciali abilità, io possa risvegliare il tuo cuore alla realizzazione di Me, l'Uno impersonale che risiede nell'interno; che ispira e dirige tutte queste cose che fai. Imparerai allora che i tuoi affari, il tuo lavoro, le condizioni della tua vita sono solo incidenti, ossia veicoli esterni che io scelgo e adopero per condurti attraverso ce..rte esperienze che io ritengo le più adatte a portarti a tale realizzazione. che tu senta che io ti accompagno al tuo ufficio, al tuo negozio, al tuo lavoro, qualunque esso sia, e mi permetta di dirigere i tuoi affari e i tuoi atteggiamenti, io ti dico in verità che quando tu avrai fatto
questo diverrai immediatamente conscio di un nuovo potere dentro di te, un potere che ti attirerà affari, denaro, amici e abbondanza di tutte le cose che ti occorrono; un potere che ti metterà in comunicazione con i più elevati regni del pensiero. 


Allora vedrai che tutte le condizioni in cui ti metto sono posti che ho scelto dove tu puoi meglio servirmi: poiché in tutti i posti e in tutte le condizioni c'è molto, molto da fare e che tanto più spiacevoli riescono alla personalità, tanto più c'è bisogno della mia presenza vivente. Dovunque tu sia allorché avviene il risveglio, qualunque sia stato il tuo allenamento, in affari, in una professione, in un lavoro manuale, nella chiesa o nel basso mondo, là è la tua migliore occasione di servire, poiché là tu conosci il modo di comportarti. 


Voi che siete stati vivificati, dovete divenire vivificatori. Voi dovete portare negli affari, nella professione, nel lavoro, nel mondo circostante, la mia presenza vivente; dovete aprire le porte dei cuori addolorati e ammalati e lasciare che la mia luce e il mio amore risanatore si riversino in essi. Voi dovete essere il lievito che farà lievitare la massa.