Queste istruzioni sono per coloro che ignorano i pericoli degli Iddhi inferiori.
Chi vuole udire e comprendere la voce di Nàda, il tacito Suono, deve prima conoscere la natura di Dhàranà .
Deve il discepolo, divenuto indifferente agli oggetti della percezione, cercare il Rajah dei sensi, il produttore del pensiero, quello che sveglia l'illusione.
La Mente è la grande Distruttrice del Reale. Distrugga il Discepolo la Distruttrice.
Poiché, quando la sua propria forma gli apparirà irreale, come nella veglia tutte le forme vedute nel sogno; quando avrà cessato di udire i molti, egli potrà discernere l'Uno — il suono interno che uccide l'esterno.
Allora soltanto, non prima, abbandonerà egli la regione di Asat, il falso, per entrare nel reame di Sat, il vero.
· Prima che l'Anima possa vedere, deve raggiungere l'Armonia interna, e gli occhi della carne devono essere resi ciechi ad ogni illusione.
· Prima che l'Anima possa udire, l'immagine deve diventare sorda ai rumori come ai mormorii, al selvaggio barrito degli elefanti come all'argentino ronzare della lucciola d'oro.
· Prima che l'Anima possa comprendere e ricordare, deve essere unita a Colui che parla in Silenzio, così, come alla mente del vasaio è unita la forma secondo la quale sarà modellata l'argilla.
Poiché allora l'Anima udrà e ricorderà. E allora all'interno orecchio parlerà La Voce del Silenzio, e dirà:
«Se la tua Anima sorride immersa nella Luce Solare della tua Vita; se la tua Anima canta entro la sua crisalide di carne e di materia; se la tua Anima piange entro il suo castello d'illusioni; se la tua Anima lotta per spezzare l'argenteo filo che la unisce al Maestro, sappi, o Discepolo, la tua Anima è di questa terra.
Quando la tua Anima che si dischiude da ascolto al tumulto del Mondo; quando la tua Anima risponde alla voce ruggente della Grande Illusione, quando sbigottita nel vedere le cocenti lacrime di dolore, assordata dalle grida d'angoscia, la tua Anima si ritrae come la pavida tartaruga nel guscio dell'Egoismo, sappilo, o Discepolo, tempio indegno è la tua Anima del suo Dio Silente.
Quando, cresciute le sue forze, la tua Anima si arrischia fuori del suo sicuro asilo, e, staccatasi dall'involucro protettore, tende l'argenteo suo filo e si spinge in alto; quando, scorgendo la sua immagine sulle onde dello Spazio, essa mormora: «Questa sono Io», confessa, o Discepolo, che la tua anima è presa nelle reti dell'illusione.
Questa terra, o Discepolo, è la stanza del Dolore, dove lungo il Sentiero delle dure prove sono sparse insidie per avvolgere il tuo Ego nell'illusione detta la Grande Eresia».
Deve il discepolo, divenuto indifferente agli oggetti della percezione, cercare il Rajah dei sensi, il produttore del pensiero, quello che sveglia l'illusione.
La Mente è la grande Distruttrice del Reale. Distrugga il Discepolo la Distruttrice.
Poiché, quando la sua propria forma gli apparirà irreale, come nella veglia tutte le forme vedute nel sogno; quando avrà cessato di udire i molti, egli potrà discernere l'Uno — il suono interno che uccide l'esterno.
Allora soltanto, non prima, abbandonerà egli la regione di Asat, il falso, per entrare nel reame di Sat, il vero.
· Prima che l'Anima possa vedere, deve raggiungere l'Armonia interna, e gli occhi della carne devono essere resi ciechi ad ogni illusione.
· Prima che l'Anima possa udire, l'immagine deve diventare sorda ai rumori come ai mormorii, al selvaggio barrito degli elefanti come all'argentino ronzare della lucciola d'oro.
· Prima che l'Anima possa comprendere e ricordare, deve essere unita a Colui che parla in Silenzio, così, come alla mente del vasaio è unita la forma secondo la quale sarà modellata l'argilla.
Poiché allora l'Anima udrà e ricorderà. E allora all'interno orecchio parlerà La Voce del Silenzio, e dirà:
«Se la tua Anima sorride immersa nella Luce Solare della tua Vita; se la tua Anima canta entro la sua crisalide di carne e di materia; se la tua Anima piange entro il suo castello d'illusioni; se la tua Anima lotta per spezzare l'argenteo filo che la unisce al Maestro, sappi, o Discepolo, la tua Anima è di questa terra.
Quando la tua Anima che si dischiude da ascolto al tumulto del Mondo; quando la tua Anima risponde alla voce ruggente della Grande Illusione, quando sbigottita nel vedere le cocenti lacrime di dolore, assordata dalle grida d'angoscia, la tua Anima si ritrae come la pavida tartaruga nel guscio dell'Egoismo, sappilo, o Discepolo, tempio indegno è la tua Anima del suo Dio Silente.
Quando, cresciute le sue forze, la tua Anima si arrischia fuori del suo sicuro asilo, e, staccatasi dall'involucro protettore, tende l'argenteo suo filo e si spinge in alto; quando, scorgendo la sua immagine sulle onde dello Spazio, essa mormora: «Questa sono Io», confessa, o Discepolo, che la tua anima è presa nelle reti dell'illusione.
Questa terra, o Discepolo, è la stanza del Dolore, dove lungo il Sentiero delle dure prove sono sparse insidie per avvolgere il tuo Ego nell'illusione detta la Grande Eresia».
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